domenica 29 settembre 2019

USING GRETA

1) Global warming.
Fra tutte le scienze empiriche, la climatologia sembra essere la più ‘straniante’, perchè fornisce dati che sono pressocchè certi se relativi a tempi lunghi (come quando “ricostruisce” le variazioni di clima verificatesi nel corso di migliaia di anni, analizzando le rocce più antiche del Botswana, o inviando sonde a prelevar campioni di ghiaccio negli strati più profondi dell’Antartico) ma del tutto aleatori se relativi a tempi brevi ... : e accade così che, dal punto esatto dove si trova, nessuno può predire il tempo che farà da li a qualche ora, semplicemente cacciando il dito fuori dalla finestra, perché le variabili da considerarsi (livello di umidità correnti temperatura densità dell’aria etc.) si condizionano a vicenda e “in tempo reale”.
Da  un ventennio circa questa scienza ripete, con insistenza crescente, che se non s’interviene in tempo i periodi di caldo diventeranno sempre più LUNGHI (siccità), e quelli di freddo sempre più INTENSI (uragani); che, già persa la metà delle barriere coralline, nei prossimi 10 anni sarà la Groenlandia a perdere il suo manto di ghiaccio; che, fra i tropici, entro il 2050 la temperatura media oscillerà fra i 40 e i 60° centigradi, e i popoli inizieranno a MIGRARE verso i rispettivi poli (conflitti e guerre per le risorse idriche); che il punto “di non ritorno” è previsto fra il 2050 e il 2100, quando la temperatura salirà, a settentrione e a meridione dei tropici stessi, oltre i 4-6° centigradi ... : e che, ormai sparito l’Artico, il livello dei mari s’innalzerà di 1,5/2.5 metri (ritorno dell’Eocene, 50 milioni di anni fa).
La causa di tutto ciò è il cosiddetto “effetto serra”. L’emissione in eccesso di anidride carbonica, provocato dalle attività umane, danneggia la ionosfera, e i raggi solari restano INTRAPPOLATI fra la superficie terrestre e le nubi, che aumentano per l‘aumento del vapore acqueo. Quanto più si riscaldano le superfici oceaniche, tanto meno esse sono in grado di ASSORBIRE l'anidride ... e ad accelerare l’intero processo è l’umanità stessa, passata nel frattempo dai 6,9 ai 7,7 miliardi di individui (dal 2009 al 2019), che con incendi e deforestazioni si priva di ciò che più, d’ogni altro, è in grado di CONVERTIRE l'anidride carbonica stessa in ossigeno.


2) Una “consapevolezza”.
Il discorso sul "Global warming" emerge fin dagli anni in cui si scoprono le leggi della termodinamica, e prosegue per tutto l’800 (secolo in cui, tra l'altro, l’Europa cessa di dipendere dalle attività agricole per iniziare a dipendere da quelle industriali). Agli inizi del ‘900 si fa strada la consapevolezza che, il pianeta su cui viviamo, è un pianeta che “respira”. Nei decenni della Guerra Fredda (1948-’91) le ricerche sugli equilibri dell’ecosistema subiscono un forte rallentamento, perché l’85 % dei finanziamenti sono dirottati sul farmaceutico, il militare e l’energetico ... il resto è storia recente:
a) 1970 - 2017 = si estigue il 47 % delle specie viventi sul pianeta (più VELOCEMENTE che in qualsiasi altra era geologica), mentre le restanti specie iniziano a "redistribuirsi";
b) 1988 (Primo Rapporto IPCC) = l’ONU invita ad affrontare la crisi climatica dotandosi di organismi e regole sovra-nazionali (seguiranno altri rapporti, per lo più di tipo organizzativo);
c) 1992 - 2015 (Accordi di Rio e Kyoto, Copenhagen e Parigi) = si stabiliscono soglie “massime” di emissione dei gas-serra (se non altro, per capire chi le supera e chi no);
d) Incontro di Costanza (2015) e G20 di Amburgo (2017) = 30 premi nobel, subito seguiti dal 95 % degli scienziati, e dai “potenti” della terra, riconoscono l’emergenza e, con essa, la necessità d’intervenire al più presto.
Dal 2000, un susseguirsi di catastrofi (uragani nei Caraibi, inedite ondate di calore in Europa, lunghe siccità a sud del Sahara e, di recente, gli incontrollabili incendi in Siberia e Amazzonia) hanno aumentato di molto la sensibilità dell’opinione pubblica mondiale per l’intera questione. Al contempo, gli incoraggianti risultati ottenuti dall’Europa (25 % di emissioni in meno) sono però stati vanificati dalla inarrestabile ascesa delle economie emergenti (Cina e India, con il 35 % di emissioni in più). Per conseguenza, Brasile Sudafrica Canada e USA si sono sottratti al rispetto degli accordi, con lo scopo palese di mantenere alto il loro “livello” di competitività sui mercati internazionali ... ed è a questo punto che subentra Greta.



3) Asperger.
Il libro di Greta Thunberg “La mia casa è in fiamme” non è stato scritto da Greta Thunberg ma da sua madre, Malena Emmann, che vi narra di come, inizialmente convinta di avere una figlia malata, arrivi poi a convincersi d’esser lei in verità, e con lei l’intera umanità, ad essere MALATA. Nel libro non si trovano cenni al clima ma solo una serie interminabile d’incontri fallimentari con psicoterapeuti pagati dal Governo svedese, punteggiati da tentativi altrettanto fallimentari di far mangiare alla piccola Greta una mezza banana, un quarto di mela ... o magari uno spuntino di pancarrè e burro di soia.
Quello che soprattutto fa disperare la madre è la schiettezza rude e immediata, comune ad altri Asperger (Mozart Buonarroti Newton Dylan Hitchcock Darwin e Jobs) con cui traspone ogni problema dal piano dei principi astratti alla concretezza della quotidianità: come un’ochetta in un cortile, Greta rende impossibile la ‘normalità’, e disturba in continuazione starnazzando domande del tipo: “perché lucidare il pavimento del salotto ... se, poi, ci si cammina con le scarpe infangate ?”, oppure “perché innaffiare i ciclamini ... se, poi, li si taglia ogni anno per la Festa di mezza estate ?”. Greta non reagisce a stimoli emozionali, non risponde a sorrisi con sorrisi nè guarda negli occhi chi la guarda negli occhi; Greta non si accontenta MAI di risposte facili, di risposte “di comodo” ... : soprattutto, Greta la smette finalmente di metter tutti con le spalle al muro solo quando ottiene risposte logiche a comportamenti “illogici”.
Nell’agosto del 2018 Greta rifiuta di andare a scuola; la madre non riesce a trattenerla, e lei si piazza davanti al Parlamento svedese con un cartello: “skolstrejk for klimatet”. La gente si ferma incuriosita, un fotografo la immortala in un’immagine destinata a fare il giro del modo, e a chi gli chiede perché non ritorni sui banchi come tutte le altre bimbe lei risponde in modo disarmante: “perché studiare ... per un futuro che non c’è ?”. Greta ha l’aria abbattuta, sa bene che i Governi del mondo NON tassano e detassano per disincentivare gli idrocarburi e incentivare le rinnovabili, sa bene che la gente USA E GETTA invece di riutilizzare, e sa bene che, nel supermarket dietro l’angolo, ci sono ormai MOLTI PIU’ prodotti congelati ‘lontano’ che prodotti freschi ‘in loco’. Quello che Greta ancora non sa è che, puntando l’indice contro un passato SBAGLIATO, sta per costringere il mondo a fare i conti con se stesso ... quello che Greta ancora non sa è che lei, troppo piccola per tutti, sta per porre una questione troppo grande per ognuno.


4) Lettera a Greta.
Cara Greta, voglio farti sapere che questa estate ho seguito tutta la tua traversata, giorno per giorno. Quando sei partita ti ho anche detto d’essere contento che tu non soffrissi il mal di mare ... ricordi ? e subito i tuoi ‘fan’ hanno iniziato a dirti di stare attenta alle onde alte dell'Oceano, al salvagente e ad altre cavolate del genere ! Fra i commenti ho però dovuto leggere anche tante cose cattive: come quel tizio che diceva ch’eri inaffidabile per il solo fatto di avere un cromosoma in meno (un tizio il cui cromosoma in più, evidentemente, non si è mai attivato), o come quella tizia che ti cerchiava la bottiglia in plastica alle spalle, evidentemente inconsapevole del materiale di cui son fatte le 'barbie', o quegli orribili robot di cui son piene le camerette dei bambini di mezzo mondo.
Cara Greta, ti scrivo solo per avvertirti che, in cinquant’anni di vita, ho visto il consumismo e il Dio Denaro appiattire ogni differenza sociale: fino a scavare un solco profondo, quasi invalicabile, fra chi non ha nulla e attraversa deserti muri e montagne pur di avere un lavoro, e chi ha invece talmente tanto da non preoccuparsi affatto di darlo, questo benedetto lavoro. Per cui stai attenta che, di nemici pronti a screditarti per quello che fai (piuttosto che per quello che dici), ne troverai sempre a bizzeffe: fra le strade del più sperduto paesino del Nicaragua, dove c'è chi è convinto si debbano ridurre a MERCE laghi e foreste per il bene dei popoli (il tabacchino dietro l'angolo) come, anche, nei lussuosi palazzi in vetro di Rotterdam, dove c’è chi è invece convinto si possano ridurre a merce figli e padri (la CHEVRON s.p.a) ... per il bene "della Nazione".
Cara Greta, so bene che, ad accompagnarti in ogni viaggio, per chiedere che i crimini contro la natura vengano equiparati a crimini contro l’umanità, c’è sempre il tuo papà, insieme ai soliti medici e ai componenti dell’ambasciata: sei famosa ormai, ed è quindi giusto che si tenga a debita distanza chiunque provi a farti del male ... ma una cosa voglio che tu la ricordi: quando leggi qualcosa (che tu leggi sempre qualcosa di scritto), NON AVER PAURA di alzare gli occhi dal foglio e guardare arrabbiata chi sta li ad ascoltarti, o a scribacchiare chissà cosa su qualche block-notes; non aver paura di perdere il controllo, o di dare l’impressione di stare in qualche modo “recitando” una parte non tua. Chi ti conosce davvero sa bene che, in quei momenti, tu stai solo TENTANDO d’esser te stessa, senza più finzioni da talk-show; sa bene quanto possa esser difficile, per te, dimostrar forza e carattere ai tanti ragazzi che credono in te; soprattutto sa bene quanto possa costare l’odiare se stessi in modo così deciso ... perchè è in modo altrettanto deciso che costa l'amare la vita, in un mondo così malandato.
Con stima