domenica 18 settembre 2016

GLI ESORDI (VII - VI secolo a.c.)


UN SAPERE "PROVENIENTE" dall'ORIENTE ?



Come ha osservato il filosofo Karl Jaspers, Il sapere ellenico appare nello stesso arco di tempo (età “assiale”, grosso modo corrispondente al V secolo a.c.) in cui appaiono Lao-Tzu (Tao come via, quale origine naturale di tutte le cose) e Confucio (singolo responsabile nei confronti della Comunità), le Upanishad (Trimurti, che tutto crea, mantiene e distrugge) e Buddha (volontà e natura/umanità e dolore).

MOTIVAZIONI socio-politiche.

Presso le monarchie rigidamente accentratrici del vicino oriente, sovrani e faraoni s'imponevano (o si facevano imporre, per mezzo di sacerdoti e uomini d’arme) come 'personificazione', rappresentanti o 'mandanti' di una Volontà divina che nessuno poteva illudersi di mettere in discussione.
Presso le ricche e vivaci pòleis della penisola ellenica, i contrasti emergenti tra l’antico ceto aristocratico (a base agraria) e il nuovo ceto plutocratico (a base commerciale) favoriscono invece la liberamessa in discussione’ dei modi di vivere e pensare condivisi e/o tramandati dalla ‘tradizione’.

Soprattutto:
  • è da un lato vero che, i greci, hanno ereditato le prime nozioni pratico-empiriche dello scibile umano (astronomia e alchimia, medicina e alchimia, etc.), dalle popolazioni del vicino oriente (Egitto, regione siro-palestinese, e Mesopotamia);
  • è però anche vero che essi sono stati i primi a tentare di organizzare tali nozioni in un unico discorso teorico-razionale precedentemente sconosciuto (nei termini di una spiegazione, causale o finale che sia, circa la natura delle cose e le loro determinazioni).


TESTIMONIANZE estetico-letterarie.

Nella produzione scritta di egizi e babilonesi (Gilgamesh, Iside e Osiride, Baal, etc.) viene trasmesso un sapere di tipo didattico e sapienziale in cui, per mezzo di proverbi e massime, si vuole fornire un bagaglio di indicazioni pratiche, contingenti, in riferimento ai più vari, e slegati, ambiti esperienziali.
·         Mythos/Hystoria = Il passaggio dalla spiegazione “inventata” a quella “reale” avviene quando, accanto all’articolo determinativo (in miti e cosmogonie, gli dei vivono passioni ‘umane’ e viceversa, per cui “Audacia spinse Prometeo a muovere contro…”, oppure “Terrore prese il volto di Giunone”, etc.), appare il duplice utilizzo, copulativo (ontologico) e predicativo (logico), della copula “è” … : e, con essa, la predisposizione mentale a relazionare effetti a cause, e fini a mezzi (“Logos”).

Nelle opere di Esiodo ed Omero (come, anche, nei culti misterici di Dioniso, Demetra e Orfeo) si possono invece rilevare quei caratteri di libera ed autonoma ricerca di una norma o Legge superiore ai destini dei singoli individui che resterà sempre filo conduttore del pensiero occidentale.

·         Hybris/Ananke = Nelle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide viene ‘messa in scena’ la contrapposizione fra un io paradigmatico e rappresentativo (l'io dell'eroe, o dell'eroina, come Edipo o Antigone, Orfeo o Arianna) ed un ‘ordine’ di relazioni destinato a restare ignoto, oscuro, imperscrutabilmente ostile … : un ordine, questo, la cui conoscenza o 'violazione' (= hybris, o 'tracotanza') comporta sempre, per chi se ne rende responsabile, una inevitabile 'punizione' (= anànke, o 'necessità').

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