L'ETA' DEI “LUMI”
- La ragione come ‘lume’.
Il periodo storico che va dal 1730 al 1790 circa prende il nome
di ‘illuminismo’ in quanto, il pensiero filosofico e culturale in genere, vi
appare informato ad una concezione della ragione come ‘lume’ atto:
- da un lato, a ‘rischiarare’ le menti degli individui liberandole dai pregiudizi e dalle superstizioni che le avevano ottenebrate per secoli (lotta ‘borghese’ contro la superiorità ‘clericale’ dell’anima sul corpo, e quella ‘nobiliare’ del lavoro intellettivo su quello manuale);
- dall’altro, a ‘guidare’ il destino dei popoli verso un futuro di felicità e di benessere generalizzati (valorizzazione del sapere scientitico-tecnologico, che risulta concretamente 'trasformativo', e svalutazione di quello dialettico-speculativo, astrattamente 'contemplativo').
- Origine e diffusione.
Nata in Inghilterra - con l’ascesa del ceto mercantilistico-borghese ('glorious revolution' del 1688) e del
sistema di produzione capitalistico-industriale
- questa nuova mentalità giunge ben presto a diffondersi:
- in Italia dove – nel “passaggio” dalla dominazione spagnola (economicamente statica) a quella austriaca (più dinamica) – si risolverà nella proposizione di soluzioni riformistiche 'graduali’ (con i circoli di Firenze, Milano e Venezia, e le riviste del ‘Caffè’, e del ‘Conciliatore’);
- in Francia dove – a confronto con strutture scocio-politiche ed economiche retrive – si risolverà nell’adozione di soluzioni riformistiche 'radicali' (con la tormentata pubblicazione della ‘Encyclopédie’ di Diderot e D’Alambert, la 'pubblicistica' di Voltaire, e la rivoluzione del 1789-'94);
- in Germania dove – in assenza di un “potere” centralizzato – si risolverà in una più fredda ma, anche, più proficua 'indagine' sui fondamenti della conoscenza e della volizione umani (con la riflessione di Immanuel Kant, e i fertili presupposti ch’essa tramanderà ai decenni successivi).
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