domenica 18 settembre 2016

L'ETA' CAROLINGIA E OTTONIANA

LE 'ARTI' E L'ENCICLOPEDISMO'.

Nei secoli V-VII, il declino dell’Impero romano d’occidente e l’ascesa dei regni romano-barbarici si accompagnano a un forte calo della vita culturale che, per sopravvivere si rifugia nei chiostri dei monasteri e delle abbazie di Francia (Lorsch, Metz e Tours) e Germania (Fulda), Irlanda (Kelly, Durrow e Lindisfarne) e Italia (Bobbio, San Gallo e Montecassino) …: chiostri,, questi, dove – grazie all’operato degli ‘amanuenses’ attivi negli ‘scriptoria’ (e non senza immancabili errori di stesura) - vengono raccolti, conservati e ricopiati tutti i testi sopravvissuti al lento ma inesorabile crollo del mondo antico.





Severino Boezio e Aurelio Cassiodoro (V-VI sec.) 'ri-organizzano' il sapere distinguendo fra:

  • arti filosofico-letterarie del trivio (ars sermocinalis) – grammatica, dialettica e retorica;
  • arti logico-matematiche del quadrivio (ars mensuralis) - aritmetica, geometria, musica e astronomia.
Isidoro di Siviglia e Beda il Venerabile (VII-VIII sec.) aspirano invece:

  • a risalire alle ‘radici etimologiche’ delle parole (per comprenderne i ‘principi generativi’);
  • a distinguerne il 'significato' (storico-letterale) dal 'senso’ (simbolico-morale).

Soprattutto, i diversi campi di conoscenza (le “arti”, appunto) prendono ad essere intesi:

  • non come fini a ‘se stessi’ (autonomi nei loro rispettivi ‘oggetti’, e 'metodi', d’indagine);
  • ma come ‘funzionali’ alla comprensione delle Scritture (= filosofia 'ancella’ della teologia).




GIOVANNI SCOTO ERIUGENA.

Nei secoli VIII-X, la necessità di fare affidamento su funzionari amministrativi dotati di una certa cultura (capaci cioè di leggere, scrivere e ‘far di calcolo’) spinge i sovrani carolingi e ottoniani a promuovere una rinascenza culturale che trova i suoi centri di diffusione nelle cappelle palatine (di Aquisgrana e Colonia).

Nell’ambito di questa rinascita, Giovanni Scoto Eriugena (810-870) promuove di una “teologia circolare” che prevedeva una distinzione fra quattro diverse sostanze (o ‘nature’), e cioè:
  • prima natura che non è creata e che crea (il Padre come ‘inizio’ di tutte le cose o ‘Nihil per excellentiam’);
  • seconda natura che è creata e che crea (il Figlio come verbo o ‘Logos’, cioè le idee o forme che, uniche e immtabili, ‘generano’ tutte le cose);
  • terza natura che è creata e che non crea (l’insieme delle entità naturali che, molteplici e mutevolivengono 'generate' nello spazio e nel tempo);
  • quarta natura che non è creata e non crea (il Padre come ‘fine’ di tutte le cose, o ‘Essentia omnium’).
Interessante notare come, in siffatta teologia:
a) la prima natura (l’Uno) ‘si oppone’ alla terza (la materia) così come, la seconda natura (la ragione ordinatrice), si oppone alla quarta (il nulla);
b) il mondano vi appare ancora ('emanatisticamente') interpretato nei termini di una vera e propria 'teofania (o 'manifestazione') del divino;

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