domenica 16 ottobre 2016

COMTE E SPENCER

a - Comte: la legge dei ‘tre stadi’.

Per Auguste Comte (1798-1857) l’evoluzione dell’individuo ricapitola quello della specie (l’ontogenesi ricapitola la filogenesi), e tale convinzione lo porta a  individuare una corrispondenza fra lo sviluppo:
  • delle ‘facoltà conoscitive’ dell’uomo (immaginazione, intelletto e ragione);
  • e delle ‘modalità di spiegazione’ adottate nei diversi campi di conoscenza …
... Uno sviluppo, questo, ch’egli riconduce a 3 fasi o ‘stadi’ (teologico, metafisico e scientifico):


b – Comte: la ‘classificazione’ delle scienze.

Alla luce dello schema appena esposto, il filosofo propone la seguente ri-classificazione delle scienze:


Interessante notare come, in questo elenco:
  • la matematica non è inclusa perché, come la logica (nella riflessione filosofica), addetta nella prassi concreta della ricerca scientifica ad assolvere una funzione puramente ‘strumentale’;
  • la psicologia viene esclusa perché – dell’essere umano - risulta empiricamente ‘osservabile’ non mai la ‘psiche’ (interiore) ma, sempre e soltanto, il ‘comportamento’ (esteriore);
  • la sociologia è invitata a distinguere fra ‘struttura’ (variabili) ed ‘evoluzione’ (relazione fra variabili), e a procedere per ‘confronto’ sincronico (nello spazio) non meno che diacronico (nel tempo). 

c - Spencer: i "principi primi" dell'evoluzione cosmica.

Per Herbert Spencer (1820-1903), il processo ‘evolutivo’ riguarda non solo l’insieme degli organismi ‘viventi’ ma l’intera realtà ‘cosmica’ (la materia, che mai aumenta o diminuisce di quantità, e che sempre è in movimento, tende insomma ad aggregarsi’, secondo ‘livelli’ di complessità crescente, nei più diversi ordini del reale).

In ogni punto o istante dello spazio-tempo, questo processo mostra infatti:
  • di rispettare quei medesimi ‘principii primi’ (di ‘indistruttibilità’ della materia, di ‘continuità’ del movimento, e di ‘persistenza’ delle forze) che è compito della riflessione filosofica "sintetizzare" nella loro massima ‘generalità’;
  • di manifestarsi nei termini di una ‘redistribuzione continua’ di materia e movimento che, come ‘passaggio’ dall'indifferenziato al differenziato (dal semplice al complesso), è compito delle scienze empiriche "analizzare" sui diversi ‘piani’ di realtà.


Particolarmente rivelativi appaiono, in tal senso, i passaggi:
a) dalla nebulosa originaria alle galassie e ai diversi corpi celesti;
b) dagli organismi unicellulari alle specie del regno vegetale e animale e all’uomo;
c) dalle economie antiche (di auto-sussistenza) a quelle moderne (di compra-vendita).

d – Spencer: la ‘complementarità’ di scienza e religione.

Chiarito il rapporto che intercorre tra filosofia e scienza, lo Spencer chiarisce anche quello che intercorre tra scienza e religione, paragonandolo a quello che sussiste fra un poligono iscritto in un cerchio e il cerchio medesimo (un rapporto, quest’ultimo, per cui – moltiplicando i suoi lati – il poligono ‘tende’ ad avvicinarsi alla circonferenza del cerchio ... senza però mai ‘giungere’ a coincidere con esso).




Da un lato, la scienza (il poligono) ha il compito di ‘spingere’ sempre più avanti la conoscenza di ciò che è relativamente ‘condizionato’.
  • Il processo conoscitivo consiste nell’inserire verità particolari all’interno di verità più generali, destinate a loro volta ad essere inserite - per il rapporto di circolarità intercorrente fra teoria e prassi -  all’interno di verità ancor più generali.

D'altro lato, la religione (il cerchio) ha invece il compito di ‘rammentare’ l’inattingibilità di ciò che è assolutamente ‘incondizionato’.
  • Colti ‘in se’ - cioè al loro ‘massimo’ livello di generalizzazione - lo spazio e il tempo, la materia e il movimento, la sostanza e la causalità, etc., rappresentano in ultima istanza degli enigmi impenetrabili, che tali sono destinati a restare.

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