martedì 20 settembre 2016

BARUCH SPINOZA

1 – Cenni biografici.

1632-1655: nasce ad Amsterdam da una famiglia di ebrei portoghesi costretta a lasciare la penisola iberica (a causa delle persecuzioni religiose), e si dota di una cultura tanto vasta quanto profonda (dai testi sacri alle lingue classiche, dalla letteratura rinascimentale alle scienze moderne);
1656: all’età di 24 anni viene scomunicato ed espulso dalla comunità di appartenenza, con l’accusa di propagandare e diffondere dottrine e pratiche eretiche (“Emendazione dell’intelletto”, 1660 circa);
1657-1677: si stabilisce presso Leida, dove attende al Trattato teologico-politico” (poi pubblicato in forma anonima nel 1670) mantenendosi con il mestiere di pulitore di lenti, e coltivando rapporti cordiali con individui d’ogni fede o confessione (“Ethica more geometrico demonstrata”, 1675).


2 – Metafisica (Sostanza, attributi e modi).

Spinoza parte dal presupposto (già comune a Giordano Bruno) secondo cui - non potendo co-esistere 'due' diverse infinità (Uno spirituale, assolutamente ‘libero’, e Uno materiale, relativamente ‘condizionato’) - solo Dio è da riconoscersi come 'Sostanza' (o ‘causa sui’), in quanto solo Dio è Essere:
  1. necessariamente ‘infinito’ (nello spazio);
  2. necessariamente ‘eterno’ (nel tempo) …
… che non abbisogna di altro Essere (‘da cui’ venir pensato, e ‘in cui’ esistere) all’infuori di sé.

In particolare:
  • le ‘res’ sono ‘attributi’ (o ‘aggettivizzazioni’ qualitativo-strutturali 'infinite') che - come diverse manifestazioni fenomeniche, o ‘di superficie’ (natura ‘naturata'), di una medesima sostanza noumenica, o ‘profonda’ (natura ‘naturante’) - abbisognano di Dio come Essere da cui (necessariamente) venir pensati e in cui (necessariamente) esistere;
  • le singole ‘menti’ come intelletto/volontà (di cui è fatta la ‘res cogitans’) e i singoli ‘corpi’ in quiete/movimento (di cui è fatta la ‘res extensa’) sono invece ‘modi’ (o ‘accadimenti’ quantitativo-concreti 'finiti') che abbisognano dei due ‘attributi’ – e, quindi, di Dio - come sostanze da cui (possibilmente) venir pensate e in cui (possibilmente) esistere.
Laddove, la necessità ‘ontologica’ con cui i modi discendono dagli attributi, e gli attributi da Dio, coincide con la stessa necessità ‘logica’ (o ‘geometrica’, come la definisce Spinoza) con cui gli 'angoli' interni di un triangolo discendono dal triangolo, o le ‘gocce’ del mare dal mare (Deus ‘sive’ Natura, o “monismo panteista”, in cui il Creante e il creato sono un’unica e medesima realtà).


3 – Il “Trattato sull'emendazione dell'intelletto” (la conoscenza ‘adeguata’ come via alla Libertà).

Nel giovanile “Trattato sull'emendazione dell'intelletto” Spinoza:
  • distingue fra tre diversi ‘gradi’ di conoscenza – e cioè sensi, ragione e “intelletto” – presentandoli come necessariamente propedeutici l’uno all’altro;
  • afferma che l'uomo è tanto più ‘libero’ dalle passioni quanto più – elevandosi di grado - 'comprende' l’ordine di cui è parte (lo “scire per causas” è “catarsis”).

Nella misura in cui si limita a cogliere sensibilmente i modi nella loro molteplicità e mutevolezza - senza ricondurli ai loro attributi (a considerare cioè ogni cosa “sub speciae temporis”) - l’uomo si predispone a diventare 'servo' di ‘passioni’ altrettanto molteplici e mutevoli … : perché tormentato dal timore di subire la perdita di beni che – proprio perché ‘temporali’ – possono in ogni istante essergli sottratti (presenza delle passioni come 'assenza' di libertà).

Nella misura in cui si spinge a ricondurre razionalmente i modi ai loro rispettivi attributi – e, questi ultimi, all'unità e immutabilità di Dio (a considerare quindi ogni cosa “sub speciae aeternitatis”) - l’uomo si predispone a diventare 'signore' di una conoscenza altrettanto unica e immutabile … : perchè libero dal timore di subire la perdita di un Bene che – proprio perché ‘eterno’ – non potrà mai essergli sottratto (assenza delle passioni come 'presenza' di libertà).

4 – Etica (il “conatus”, e la differenza tra affezioni e passioni).

Nella successiva “Etica demonstrata more geometrico”, l’invito alla tolleranza si esprime ne termini di un invito a dimostrare il doveroso rispetto per la altrui (e propria) “natura” di esseri umani: una natura, questa, caratterizzata da una tendenza a 'permanere' nel proprio stato che - come tendenza ad avvicinare ciò che potenzia il proprio sé, e ad allontanare ciò che invece lo de-potenzia - ogni individuo ha in comune con ogni altro essere vivente (il cosiddetto “conatus”, per il quale ogni individuo agisce fra/reagisce a cose e persone come una vera e propria macchina ‘desiderante’).

a) Dall'etica 'prescrittiva' all'etica 'descrittiva'.

Innanzitutto occorre dire che, per Spinoza, l'uomo va inteso:
a) non più come un qualcosa di astrattamente ‘esterno’ all’ordine naturale in cui è inscritto:
  • ovvero assolutamente ‘libero' di decidere ‘indipendentemente’ dalle cose e dagli altri …
  • … e quindi necessitato a perseguire un Bene assoluto o eterno (etica ‘prescrittiva’).
b) ma, piuttosto, come un qualcosa di concetretamente ‘interno’ a tale ordine:
  • cioè relativamente ‘condizionato’ a decidere ‘dipendentemente’ dalle cose e dagli altri …
  • … e pertanto possibilitato a perseguire solo beni relativi o temporanei (etica ‘descrittiva’).
In particolare, l'uomo di Spinoza è libero:
  • non mai di ‘scegliere’ cose o persone con cui entrare in relazione (cose e persone non possono, infatti, venir create o distrutte a proprio piacimento);
  • ma, sempre e soltanto, di valutare’ il come - ovvero in qual 'modo' o 'misura' - cose e persone mostrano di agevolare oppure ostacolare il suo personale  'conatus'.

b) affezioni (primarie) e passioni (secondarie).

Emblematica, in tal senso, la distinzione fra:
  • affezioni primarie (‘letizia’ susseguente al piacere, e ‘tristezza’ susseguente al dolore) che, avendo la loro causa nella 'natura' stessa dell'uomo in quanto tale, nessuno è realmente libero di eliminare (l’uomo “subisce” passivamente, e per ‘natura’, ciò che è altro da sé);
  • passioni secondarie (‘amore’ per ciò che provoca piacere, e ‘odio’ per ciò che provoca dolore) che, trovando la loro causa in cose o persone ‘esterne’ all’individuo, ognuno è invece libero di eliminare o meno (l’uomo “direziona” attivamente, o con ‘ragione’, se stesso).

5 - Politica (La Chiesa e lo Stato).

Come già per tanti altri autori della classicità, anche per Spinoza norme etiche, regole sociali e leggi politiche sono da rispettarsi (o meno) a seconda che ‘garantiscano’ (o meno) la libertà dei singoli di continuare ad auto-conservarsi (come esseri ‘naturali’) e ad auto-governarsi (come esseri ‘razionali’).

In particolare:

Pur differenziandosi per le diverse 'interpretazioni' dei testi sacri (giudaica, cristiana, islamica, etc.), le Chiese dovrebbero partire dalle seguenti verità ‘comuni’:
  • Dio è 'uno';
  • Dio è 'sempre' (eterno) e 'ovunque' (infinito);
  • Dio premia/punisce ognuno secondo la 'propria' volontà.

Pur differenziandosi per le diverse 'forme' di governo (monarchia, oligarchia, democrazia, etc.), tutti gli Stati dovrebbero ‘mostrarsi’ ai loro cittadini come:
  • “necessari” per l’intera comunità (nessun individuo può credere di poter migliorare se stesso separatamente, o indipendentemente, da norme, regole e leggi);
  • ma al contempo “fallibili” nelle loro decisioni (uno Stato che preclude la libertà dei singoli di migliorarsi preclude, con ciò stesso, la possibilità di migliorare se stesso).

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