RINASCIMENTO E
SCIENZA
Diversamente da egizi e mesopotamici – per i quali la Terra era un “disco piatto” poggiante sulle tenebre degli abissi (sede degli dei infernali) e coperto dalla volta delle stelle fisse (sede degli dei celesti) - per greci e romani la Terra era una “piccola sfera” immobile posta al centro di una sfera “più grande”:
a) oltre la quale non esiste
alcunché (né spazio, come vuoto, né materia);
b) e fra le quali si muovono il
Sole e i cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno).
Con l’intento di dare una prima spiegazione scientifica della
posizione spaziale e del movimento temporale (tutt’altro che uniformi e
costanti) dei diversi pianeti:
- Eudosso e Callippo (V-IV sec. a.c.)
li collocano lungo orbite sferico-circolari aventi il loro centro comune
nel centro della terra (sfere omocentriche);
- Apollonio e Ipparco (III-II sec. a.c.) li collocano su orbite sferico-circolari più piccole (epicicli) i cui centri si muovono lungo orbite-sferico-circolari più grandi (deferenti).
Nel corso del II secolo a.c. Claudio Tolomeo
giungerà a fornire una prima ‘sistemazione’ delle diverse teorie astronomiche
precisando che – posizione e movimento dei pianeti – possono risultare uniformi
e costanti anche in relazione ad un centro 'distinto’ dal centro della
terra (punto equante).
Per tutta l'età medioevale verranno rispettati i due principali
‘dogmi’ dell’astronomia classica; e cioè:
- la ‘circolarità’ delle
sfere celesti, supportata dalla ‘metafisica’ platonica (il movimento circolare è l’unico
movimento in grado di ‘continuare illimitatamente’ in uno spazio
limitato);
- la ‘centralità’ della terra, avallata dalla ‘fisica aristotelica’ (acqua e
terra, fuoco ed aria, si muovono dall’alto verso il basso, o viceversa,
verso quello che è il loro ‘luogo naturale’).
2 – Copernico, Brahe e Keplero
Pur rimanendo nell’ottica di un universo ‘unico’, ‘finito’ e ‘chiuso’ dal cielo delle stelle fisse, Kopernik, Brahe e Kepler segnono il passaggio:
a) dall’universo geo-centrico antico (indagato indipendentemente dalla causa ‘fisica’ dei
movimenti);
b) all’universo elio-centrico moderno (ndagato dipendentemente dalla causa ‘fisica’ dei
movimenti).
1) Mikolaj Kopernik infrange il mito della ‘celtralità’ della
terra ... : dimostrando che – senza alcun bisogno di ricorrere a tutto
quell’armamentario di epicicli e deferenti che per secoli avevano
caratterizzato gli studi astronomici antichi (armamentario, questo, che in età
medioevale gli arabi avevano contribuito a rendere ancora più complesso) –
posizione e movimento dei pianeti possono trovare una spiegazione più semplice se ricondotti a posizione e movimento della terra
intorno al Sole stesso;
2) Con l’intento di conciliare le vecchie teorie con le nuove osservazioni, Tycho Brahe sostiene invece che i pianeti si muovono intorno al sole mentre, quest'ultimo, si muove intorno alla terra (che continua a stare ferma al centro di tutto);
2) Con l’intento di conciliare le vecchie teorie con le nuove osservazioni, Tycho Brahe sostiene invece che i pianeti si muovono intorno al sole mentre, quest'ultimo, si muove intorno alla terra (che continua a stare ferma al centro di tutto);
3) Johannes Kepler infrange il mito della ‘circolarità’ delle
sfere celesti ... : dimostrando che, i pianeti, si muovono lungo orbite ellittiche e secondo velocità che aumentano e diminuiscono a seconda della loro maggiore o
minore vicinanza al Sole (influenzato dalle contemporanee teorie sul
magnetismo, egli sostiene inoltre che, la virtù motrice per cui i pianeti
‘aspirano’ alla quiete, deve in qualche modo esser conciliata con la virtù
motrice per cui, il Sole, ‘trascina’ i pianeti stessi lungo le loro orbite).
3)
Isaac Newton.
La distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica (con la sua distinzione fra cieli superlunari e cielo sublunare) verrà portata a termine dall’inglese Isaac Newton (1643 – 1727), che:
La distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica (con la sua distinzione fra cieli superlunari e cielo sublunare) verrà portata a termine dall’inglese Isaac Newton (1643 – 1727), che:
- fa proprio il metodo scientifico (la frase “hypotesis
non fingo” fa riferimento al fatto
che, la traduzione di una qualsivoglia
ipotesi in tesi, non può avvenire a
prescindere dall’esperimento);
- mette a fuoco le tre leggi del moto, scoprendo che la loro combinazione permette di spiegare con un’unica legge moti celesti e moti
terrestri (Legge della Gravitazione
universale);
- esplicita il meccanicismo già implicita nel Descartes,
distinguendo fra spazio/tempo relativi (o fisici) e spazio/tempo assoluti
(o matematici), a seconda
che si considerino o meno i corpi.
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