Come ha osservato il filosofo Karl Jaspers, Il sapere ellenico appare
nello stesso arco di tempo (età “assiale”, grosso modo corrispondente al V
secolo a.c.) in cui appaiono Lao-Tzu (Tao come via, quale origine naturale di tutte le cose) e Confucio (singolo responsabile nei confronti della
Comunità), le Upanishad (Trimurti, che tutto
crea, mantiene e distrugge) e Buddha (volontà e natura/umanità e dolore).
MOTIVAZIONI socio-politiche.
Presso le monarchie rigidamente accentratrici del vicino
oriente, sovrani e faraoni s'imponevano (o si facevano
imporre, per mezzo di sacerdoti e uomini d’arme) come 'personificazione',
rappresentanti o 'mandanti' di una Volontà divina che nessuno poteva illudersi
di mettere in discussione.
Presso le ricche e vivaci pòleis della penisola ellenica, i
contrasti emergenti tra l’antico ceto aristocratico (a base agraria) e il nuovo
ceto plutocratico (a base commerciale) favoriscono invece la libera ‘messa
in discussione’ dei modi di vivere e pensare condivisi e/o
tramandati dalla ‘tradizione’.
Soprattutto:
- è da un lato vero che, i greci, hanno
ereditato le prime
nozioni pratico-empiriche dello scibile umano (astronomia
e alchimia, medicina e alchimia, etc.), dalle popolazioni del vicino
oriente (Egitto, regione siro-palestinese, e Mesopotamia);
- è però anche vero che essi sono stati
i primi a tentare di organizzare tali nozioni
in un unico discorso teorico-razionale
precedentemente sconosciuto (nei termini di una spiegazione, causale o
finale che sia, circa la natura delle cose e le loro determinazioni).
TESTIMONIANZE estetico-letterarie.
Nella produzione scritta di egizi e babilonesi (Gilgamesh, Iside
e Osiride, Baal, etc.) viene trasmesso un sapere di tipo
didattico e sapienziale in cui, per mezzo di proverbi e
massime, si vuole fornire un bagaglio di indicazioni pratiche, contingenti, in riferimento ai più vari,
e slegati, ambiti esperienziali.
·
Mythos/Hystoria
= Il passaggio dalla
spiegazione “inventata” a quella “reale” avviene quando, accanto all’articolo
determinativo (in miti e cosmogonie, gli dei vivono passioni ‘umane’ e
viceversa, per cui “Audacia spinse Prometeo a muovere contro…”, oppure “Terrore
prese il volto di Giunone”, etc.), appare il duplice utilizzo, copulativo (ontologico) e predicativo (logico), della copula “è” …
: e, con essa, la predisposizione mentale a relazionare effetti a
cause, e fini a mezzi (“Logos”).
Nelle opere di Esiodo ed Omero (come, anche, nei culti misterici
di Dioniso, Demetra e Orfeo) si possono invece rilevare quei caratteri di libera
ed autonoma ricerca di una norma o Legge superiore ai destini
dei singoli individui che resterà sempre filo conduttore del pensiero
occidentale.
·
Hybris/Ananke = Nelle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide
viene ‘messa in scena’ la contrapposizione fra un io paradigmatico e
rappresentativo (l'io dell'eroe, o dell'eroina, come Edipo o Antigone, Orfeo o
Arianna) ed un ‘ordine’ di relazioni destinato a restare ignoto, oscuro,
imperscrutabilmente ostile … : un ordine, questo, la cui conoscenza o 'violazione'
(= hybris, o 'tracotanza') comporta sempre, per chi se
ne rende responsabile, una inevitabile 'punizione' (= anànke, o 'necessità').
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