GALILEO GALILEI
1 – Cenni biografici.
1564-1589: nasce a Pisa da una famiglia di costumi assai colti e raffinati, dove ha modo di coltivare interessi sia per le materie di genere umanistico (Dante e Ariosto) che per quelle di carattere scientifico (Archimede ed Euclide);
1564-1589: nasce a Pisa da una famiglia di costumi assai colti e raffinati, dove ha modo di coltivare interessi sia per le materie di genere umanistico (Dante e Ariosto) che per quelle di carattere scientifico (Archimede ed Euclide);
1589-1608: si trasferisce a Padova (dove trova un ambiente più
favorevole alla ricerca e alla sperimentazione diretta), e compie le sue prime
importanti scoperte (fra cui il cannocchiale), di cui da notizia in lettere
inviate ai maggiori scienziati e filosofi d'Europa;
1608-1642: portatosi a Firenze, entra in contrasto con gli ecclesiastici e gli accademici perché favorevole alla nuova teoria eliocentrica e, nonostante i chiarimenti esposti nel “Saggiatore” (e, quindi, nel “Dialogo”), viene costretto dal Santo Uffizio ad abiurare, e a lasciare l’insegnamento.
1608-1642: portatosi a Firenze, entra in contrasto con gli ecclesiastici e gli accademici perché favorevole alla nuova teoria eliocentrica e, nonostante i chiarimenti esposti nel “Saggiatore” (e, quindi, nel “Dialogo”), viene costretto dal Santo Uffizio ad abiurare, e a lasciare l’insegnamento.
2 – Galileo 'filosofo': “Lettere copernicane” (linguaggio della
Bibbia e della natura).
Come filosofo, Galileo è stato il primo pensatore a schierarsi
pubblicamente in
difesa della ‘autonomia’ della ricerca scientifica,
scrivendo le sue opere in
volgare e firmandole con il suo vero
nome.
Nella “Lettera a Benedetto Castelli” (1613), Galileo si contrappone agli ecclesiastici affermando che, diversamente dalla natura, la Bibbia è stata scritta in un linguaggio ‘antropomorfico’ (che attribuisce, a Dio, volontà e facoltà proprie dell’uomo) … : per adeguare le supreme verità dello spirito alla “capacità de’ popoli rozzi e indisciplinati” (la Bibbia insegna “come si và in cielo, e non come và il cielo”).
Occorre quindi interpretare:
- non i fenomeni naturali alla luce di ciò che è scritto nei testi biblici (nel contestare la verità del sistema geocentrico, si faceva spesso riferimento al Libro di Giosuè, dove viene esplicitamente richiesto al sole di ‘fermarsi’ per permettere una vittoria in battaglia);
- ma ciò che è scritto nei testi biblici alla luce dei fenomeni naturali (pur di confermare la ‘indiscutibile’ autorità di Aristotele, il cardinale Bellarmino assunse, verso l'innovativo utilizzo del cannocchiale, posizioni a dir poco pregiudizievoli, se non bigotte).
Nella “Lettera a Cristina di Lorena” (1615), Galileo si scaglia invece contro gli accademici sostenendo che, diversamente dalla Bibbia, la natura è stata critta in un linguaggio ‘matematico’ (cioè in numeri e figure) … : per permettere all’uomo, inteso come mirabile binomio di “sensate esperienze" e "necessarie dimostrazioni”, di sollevarsi ad ammirarne la suprema perfezione.
Occorre pertanto intendere i fenomeni naturali:
- non più in termini qualitativo-sensibili (colore, odore e sapore) che - non prescindendo dalla distinzione fra soggetto ontologico (di proprietà) e soggetto logico (di predicazioni) – permettono di esprimere solo come il fenomeno ‘appare’ a questo o quell’individuo particolare (il mondo “di carta”, proprio del sapere speculativo);
- ma in termini quantitativo-matematici (numeri e figure) che - prescindendo dalla distinzione fra soggetto ontologico (di proprietà) e soggetto logico (di predicazioni) – - permettono invece di esprimere cosa il fenomeno ‘è’ in se (il mondo come materia e movimento, cioè come massa e velocità, e poi distanza e durata, intensità, energia, etc.).
3 – Galileo 'scienziato': “Dialogo sopra i due massimi sistemi” (fisica celeste e fisica terrestre).
Come scienziato, Galileo è invece passato alla storia come inventore di un ‘metodo’ scientifico che egli mostra, in verità, di avere ‘applicato’ piuttosto che ‘teorizzato’.
Otto anni dopo aver subito una prima ingiunzione a ritrattare le sue teorie, e dieci anni prima della condanna definitiva – e facendo affidamento sullo spirito più tollerante di un nuovo papa (Urbano VIII) – lo scienziato crede di poter riproporre con maggior successo le sue tesi.
Nel "Dialogo sopra i due massimi sistemi" (del 1624)
abbiamo infatti:
- una struttura 'dialogica' che,
in termini esemplificativi, vede confrontarsi i tre diversi personaggi di
Simplicio (l’accademico conservatore,
tolemaico), Salviati (il ricercatore progressista, copernicano) e Sagredo (con il ruolo di ‘moderatore’, equamente desideroso
di conoscere le argomentazioni di ambedue).
- una esposizione 'sintetica' di vecchie scoperte, che lo scienziato aveva fatto negli anni precedenti (ed esposto in opere come il “Sidereus nuncius”, del 1610), accanto a nuove scoperte che lo scienziato confermerà in scritti successivi (tra i quali occorre ricordare “Discorsi e dimostrazioni intorno a una nuova scienza”, del 1638).
Secondo una tradizione che risale ad Aristotele - e che sarà destinata a tramontare definitivamente con le tre leggi del moto (gravitazione ‘universale’) di Isaac Newton – queste scoperte possono esser distinte in:
3-1) Fisica terrestre (meccanica):
a) contro la distinzione aristotelica fra moti
‘naturali’ (verso la quiete) e moti ‘violenti’ (sempre temporanei): principio di inerzia (un
corpo permane nel suo stato di quiete, o di moto rettilineo uniforme, fino a
che non venga costretto a mutarlo ‘per effetto’ del contatto di un altro
corpo);
b) contro la distinzione aristotelica fra i 4
elementi ‘sub-lunari’ (incorruttibili) e l'elemento ‘super-lunare (l’etere, incorruttibile):
legge sulla caduta dei gravi
(nel vuoto, cioè ‘in assenza’ di attrito e ‘indipendentemente’ dal loro peso, i
corpi cadono con la ‘medesima' velocità).
3-2) Fisica celeste (astronomia):
a) contro la ‘purezza’ incontaminata dei corpi
astrali: non diversamente dal pianeta terra, anche il suo satellite (e cioè la
luna) si presenta costellato di mari,
monti e laghi;
b) contro il ‘geo-centrismo’ tolemaico: non
diversamente dai satelliti di Giove (i cosiddetti satelliti ‘medicei’), anche
la terra mostra di girare intorno al sole.
Professore,
RispondiEliminatrovo bellissima e ricca di significato l'espressione "l'uomo inteso come mirabile binomio di sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”, in quanto sintetizza in modo egregio il "pensiero portante" su cui Galileo ha gettato le basi del metodo scientifico che ha fatto di lui il padre della scienza moderna.
Grazie
Fabio Cecatiello