L'EMPIRISMO - INTRODUZIONE e HOBBES
I presupposti: sapere
'innato' o 'acquisito'.
Come già i razionalisti continentali (Descartes, Spinoza e
Vico), anche gli empiristi inglesi ritengono che, prima di 'ragionare', occorra
preliminarmente interrogarsi circa il “cosa” la ragione stessa sia, ma …
diversamente da loro, essi precisano però che, i ‘concetti’ che sostanziano di
se tale ragione, non sono mai 'innati' ma sempre 'acquisiti'.
'Tutti i possibili ‘contenuti’
della mente umana (tutti i ‘concetti’, appunto) sono infatti:
a) non mai ‘indipendenti’
dall’esperienza (= innati);
- è ‘dipendentemente’ dai tempi (evolutivi) e dai luoghi (culturali) che, bambini e popoli primitivi, mostrano di non possederne affatto (i fanciulli mostrano di non avere alcuna cognizione di cosa sia, ad esempio, un armadillo, un quadrato, o il ‘Sommo Bene’) o di possederne di diversi (i popoli extra-europei adorano altre divinità, e rispettano altri principi etici);
b) ma sempre ‘dipendenti’
dall’esperienza (= acquisiti).
- è sempre nell’esperienza che, in ogni tempo storico o luogo geografico, gli uomini mostrano di trovare l’unica fonte o origine - e, al contempo, l’unico campo di verificazione/falsificazione - di ogni loro cognizione (l’unico orizzonte da cui ‘lasciar emergere’ ogni possibile domanda, o problema, e per cui al contempo ‘far rientrare’ ogni possibile risposta, o soluzione).
Thomas Hobbes (1588 - 1639).
1) Vive negli anni della “Guerra civile” (1640-’49).
2) Opere principali: “De corpore”, “De homine” e De
cive” - “Leviathan”.
1 – Materia, movimento e ‘convenzionalità’ dei segni.
Nell’ottica della ‘matematizzazione’ del mondo fisico promossa dal Descartes, l'Hobbes ‘osserva’ come – in uno spazio inteso come luogo “occupato da”, e in un tempo inteso come “susseguirsi di” - il movimento di un punto genera una linea, quello di una linea genera una superficie, quello di una superficie genera un volume … : e l'intera realtà naturale, viene pertanto a offrirsi come un qualcosa di materialmente ‘corporeo’ e perpetuamente ‘in movimento’.
2 – Mondo ('di cui' si dice) e linguaggio ('con cui' si dice).
L'Hobbes riprende e sviluppa i presupposti del “nominalismo”
affermando che:
- se è naturalmente che - una rappresentazione (= la ‘immagine’
di una certa entità) - permane o meno con il permanere o meno del
‘contatto’ sensibile fra
il rappresentante (= soggetto della conoscenza) e il rappresentato (=
oggetto della conoscenza);
- è però artificialmente che - il rappresentante (= il soggetto della conoscenza) – ‘individua’ e ‘significa’ le rappresentazioni medesime, allo scopo di poter ‘confrontare’ i rappresentati presenti con quelli passati, e ‘prevedere’ quindi i rappresentati futuri ...
Occorre quindi - prendendo definitivamente le distanze dall'isomorfismo di età classica - distinguere i due diversi piani del mondo (naturale)
e del linguaggio (umano), perchè:
a) un conto è la “realtà” delle relazioni da sempre e
per sempre intercorrenti – oggettivamente, o per la sola volontà di Dio - fra
oggetti ontologici e proprietà;
b) un conto è invece la “verità” delle relazioni di volta in
volta instaurate e/o instaurabili – dall’uomo, e sulla base della sua personale
o soggettiva esperienza – fra soggetti logici e predicazioni ...
... una prospettiva, questa, in cui la conoscenza umana:
a) è certa allorchè si limita a ciò che – come soggetto logico di
predicazioni - l’uomo stesso produce (matematica, norme etiche e leggi politiche);
b) è probabile allorchè si estende, invece, a ciò che – come soggetto
ontologico di proprietà - l’uomo non produce (l’insieme delle entità naturali).3 – Il “Leviathan”: Vita - indivisibilità del potere e irreversibilità del contratto.
Ne “Leviathan” (1651):
- il riconoscere ciò che è ‘natura'
(soggettiva) nel diritto
alla ‘vita’;
- comporta l’accettare come
(inter-soggettivamente) 'ragionevole’ il recedere dal proprio ‘istinto di aggressività’
…
- … in
cambio dell’assicurazione che, anche gli altri, facciano altrettanto nei
propri confronti.
INCONVENIENTE DELLO STATO DI NATURA – Avendo ognuno diritto ‘a tutto’ (ciò che gli può risultare utile), per preservare la propria 'esistenza', ognuno potrebbe “privare” dell’esistenza ogni altro (“homo homini lupus”) … : esponendosi al rischio di venirne – in una guerra di tutti contro tutti - a sua volta privato.
PASSAGGIO ALLO STATO DI DIRITTO – Occorre quindi che si affidi
ad un’autorità sovra-individuale (il ‘Sovrano’) il compito di preservare – mediante
l’esercizio esclusivo della ‘forza’ (le
milizie dell'esercito) - l’eguaglianza fra tutti i sudditi.
… una prospettiva, questa, nella quale:
- il contratto è ‘irreversibile’ (perché, ‘indipendentemente’ dal livello d‘imparzialità mostrato dal Sovrano, frutto di un patto fra sudditi e sudditi);
- i tre poteri devono restare ‘indivisi’ (‘dividere’ i poteri equivale, per Hobbes, a porre i poteri stessi ‘in conflitto’ fra loro);
- non è prevista alcuna carta costituzionale (l’autorità sovrana è ‘superiore’ alle leggi e può quindi, se lo ritiene opportuno, mutarle in ogni momento).
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