domenica 16 ottobre 2016

CHARLES DARWIN

a - Dal ‘fissismo’ al ‘trasformismo’.

Charles Darwin:
a) si interessa agli studi compiuti, nei decenni a cavallo fra ‘7 e 800, circa la natura delle rocce intrusive ed effusive (il geologo Charles Lyell), l’origine di fossili appartenenti a specie animali e vegetali ormai scomparse (il paleontologo Georges Cuvier), e la ‘lotta' per la sopravvivenza’ fra i viventi (l’economista Robert Malthus);
b) raccoglie, nel corso di un viaggio quinquennale nell’Oceano Pacifico (compiuto a bordo del brigantino inglese ‘Beagle’), prove che – con l’infondatezza della vecchia teoria fissista (‘creazionismo’ di Karl Linnée) – dimostrano la fondatezza della nuova teoria trasformista ‘evoluzionismo’ di Jean-Baptiste Lamarck);
c) promuove una teoria biologica in cui, in termini rivoluzionari, il genere umano appare per la prima volta scalzato dalla sua posizione di ‘centro privilegiato’ del mondo naturale (così come, con la teoria astronomica di Copernico, la terra era stata scalzata dalla sua posizione di centro privilegiato dell’intero universo cosmico).


b – Variazioni ‘casuali’ e selezione ‘necessaria’.

Secondo Darwin:
  • se da un lato è vero che, gli organismi viventi, ‘adottano’ le loro soluzioni di adattamento all’ambiente in modo puramente ‘casuale’ (vale a dire al di là di ogni ragione, causale o finale che sia, ‘esterna’ agli organismi stessi);
  • è d’altro lato altrettanto vero che, l’ambiente, ‘disapprova’ le soluzioni inefficaci (caratteri ‘recessivi’, tendenti a sparire) e ‘approva’ quelle efficaci ai fini dell’auto-conservazione e della ri-produzione (caratteri ‘dominanti’, tendenti ad esser tramandati).
Canonici appaiono, in tal senso, gli esempi offerti dal “collo” della giraffa (che tende ad allungarsi) e dagli “occhi” della talpa (che tendono, invece, a rimpicciolirsi).

c – L’albero della vita, la scimmia e l’uomo.


A Darwin si deve l’immagine della vita come grande ‘albero’ di cui solo alcune ramificazioni possono sperare di allungarsi, per dare origine a ulteriori (e più ‘funzionali’) ramificazioni … : il che lascia intendere che, di ogni possibile ramificazione, si possano prima o poi rintracciare tutti i ‘passaggi’ intermedi.


Lungo quest’albero, l’uomo risulta nato prima dello scimpanzé e dopo l’orang-utan, e rispetto agli altri primati presenta quindi 'alcune' caratteristiche comuni (i modi “istintivi” di attaccare e difendersi, di “esprimere” dolore o piacere, etc.) accanto ad 'altre' caratteristiche diverse (la capacità di “strumentalizzare” il pre-esistente, e le stesse "facoltà" logico-linguistiche).

Le stesse forme ‘associative’ - condivise e/o tramandate da una generazione all’altra (il ‘nucleo’ familiare, il gruppo o ‘branco’, e la ‘comunità’ sociale) - possono in tal senso essere interpretate come altrettante soluzioni di 'adattamento' dettate da una necessità ‘interna’ (= naturale) piuttosto che ‘esterna’ (= culturale).

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