L’ETA’ ROMANTICA
1 - I motivi di una ‘delusione’.
Nell’arco di tempo che va dal 1789 al 1815, lo sfociare degli eventi rivoluzionari in quel bagno di sangue che fu il ‘terrore’, e poi il militarismo espansionistico della Francia napoleonica, presto risoltosi in senso 'imperialistico', evidenziarono uno scarto a dir poco incolmabile fra:
- gli intenti ‘teorici’ dell’illuminismo (liberare le menti dai pregiudizi e dalle superstizioni del Clero e dell’aristocrazia, e guidare i popoli verso un futuro di felicità e benessere generalizzati);
- la loro attuazione ‘pratica’ (i principi di libertà, uguaglianza e fraternità con cui, solo per il tempo necessario ad abbattere l’ancient régime, la borghesia ottiene il sostegno delle masse popolari).
2 – Jena e Weimar: ragione e sentimento.
In un 1° momento (età napoleonica, 1798-1814, e ‘Gruppo di Jena’ con Novalis e Tieck, i fratelli Schlegel e F. Schleiermarcher), vi è discordia nello ‘svalutare’ una ragione che – assumendo se stessa a ‘oggetto’ d’indagine (con la pretesa di condurre la ragione “dinanzi al tribunale” della ragione stessa) – si è di fatto ritrovata ‘scissa’ da quel contesto naturale e storico nel quale mai dovrebbe cessare d’operare.
In un 2° momento (età della restaurazione, 1815-1830, e ‘Gruppo di Weimar’ con J. W. Goethe, F. Schiller, K. W. Humboldt, J. G. Herder e F. Holderlin), prevale però una certa concordia nel ‘valorizzare’ un sentimento che – come aspirazione a ‘superare’ ogni limite (‘streben’ e ‘sehnsucht’) – solo permette di lasciar emergere, fra gli opposti poli del fenomenico e del noumenico, l’infinita creatività espressiva dell’animo umano.
3 – Il “soggetto” romantico: vittimismo e titanismo.
Come il cavaliere 'solitario' di cui narrano i ‘romances’
di età moderna (XVII e XVIII sec.), anche l’uomo ‘romantico’ è impegnato a organizzare
e ri-organizzare il suo rapporto con se stesso, il mondo e gli
altri, e …
… e - dal momento che questa impresa risulta eticamente
'doverosa' e, insieme, storicamente
'impossibile'
(ogni domanda richiede ‘una’ risposta’, che ‘apre’ a sua volta a ‘nuove’
domande) - ecco che il ‘soggettivismo’ romantico mostra di oscillare fra i due ‘opposti’
atteggiamenti:
4 – Eccezionalità e irrazionalità.
- del ‘vittimismo’ (la scissione fra ragione e natura è destinata a ‘restar’ tale, e non resta quindi che attingere da essa, con estasi mista a tormento, la ‘linfa vitale’ della propria esistenza);
- del ‘titanismo’ (occorre in ogni caso tentare di ‘ricomporre’ questa scissione, perché è proprio nell’espletamento di questa tentativo che si misurano’ dignità e valore d’ogni individuo).
4 – Eccezionalità e irrazionalità.
Rivelativo, in tal senso, l'emergere del ‘gusto’ (tipicamente romantico) per tutto ciò che risulta:
- spazialmente ‘lontano’ (i paesaggi ‘esotici’ delle Indie, dell’Africa, e delle Americhe);
- temporalmente ‘remoto’ (la classicità ellenica, o il medioevo germanico, per lo più ‘idealizzati’);
- psicologicamente ‘irrazionale’ (l’incubo ‘tormentoso’, il sogno ‘estatico’, o la fantasia ‘visionaria’) …
… in quanto – per la loro ‘eccezionalità’ - totalmente ‘altro’
dalla piatta
e deludente ‘quotidianità’.
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